Lucani vs Papaleiani



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Ti senti più papaleiano o lucano? Il film "Basilicata coast to coast", in onda ieri in prima serata, ha diviso i lucani in due correnti di pensiero: una secondo cui il film mette in risalto positivamente le caratteristiche della Lucania e che abbia addirittura contribuito all'incremento del flusso turistico e che sia servito a far conoscere usi, costumi, tradizioni e cultura del posto; l'altra, invece, più critca ed obiettiva, che il film in questione tutto sia tranne che di promozione. Sui social queste due teorie si sono rincorse diventando motivo di confronto e di dibattito: un film che nelle recensioni viene descritto come tentativo di allontanare le solite tematiche di grettezza, criminalità e povertà, può mostrare un luogo in cui la gente è solita girare in groppa ai muli? Può ancorare un popolo a congetture sull' incapacità di parlar bene l'italiano o, peggio ancora, inchiodare la figura della donna al patriarcato, alla supervisone dei fratelli maggiori rozzi e burberi, ai facili costumi nel tentativo di evadere dal partner poco prima delle nozze (imposte perché l'età è da marito, bigottamente)? Qualcuno ha risposto a questa domanda affermando che, per quanto i lucani possano essersi un po' evoluti, le differenze culturali rispetto al resto degli italiani si sentano ancora notevolmente. Ammettendo, con letale rassegnazione, una stasi culturale che si tramanderà per chissà quante altre generazioni. "Ma Papaleo non voleva girare un documentario, lui quest'opera l'ha intesa come un viaggio in se stesso, un'illusione, una finzione!" , scrive qualcuno. Peccato che in tutte le recensioni e nelle interviste rilasciate nel corso della presentazione del film sia emerso il tentativo di "risvegliare l'orgoglio e l'attenzione per una regione spesso dimenticata, anche dalla sua gente, di raccontare in modo poetico bellezza e contraddizioni dei luoghi e della sua gente. Una sorta di atto d'amore di un lucano fiero delle sue origini" (fonte: Ondacinema), oppure un tentative di "restituire lo spazio comico e lirico all'Italia meridionale. Un'area geografica che il cinema italiano ha frequentato negli ultimi tempi solo per raccontare la criminalità organizzata e la globalizzazione del male, le periferie degradate e il disagio socio-economico. Ai personaggi privi di innocenza che muoiono alla luce di lampade solari si sostituiscono allora gli antieroi lucani di Rocco Papaleo, al suo debutto dietro la macchina da presa. L'attore mette in scena la progressiva conoscenza di una realtà antropologica e culturale troppo spesso ignorata, attraverso un viaggio e un'esperienza che indaga il cuore del Sud e lo comprende dentro una commedia di innegabile simpatia. Vuoi per il talento nella descrizione dei luoghi e nella costruzione di un'atmosfera, vuoi per la felicità di alcune caratterizzazioni, ma soprattutto per una profonda sincerità che deriva da premesse chiaramente autobiografiche" (Fonte: MyMovies). BasiliconValley non crede a questo spietato amore e a questo tentativo di promozione territoriale e culturale, perché diffida da chi predica bene e razzola male

BV sostiene che sia giunto il momento di cambiare registro, di sganciarsi dall'idea di una Basilicata rozza, arretrata, bigotta e mediocre. Basilicata non è solo l'anziano con la coppola seduto su una sedia di paglia sul ciglio della strada, non è solo Craco vecchia né il Cristo di Maratea. Coast to coast c'è tutto un mondo, e a Papaleo resta da porre una sola domanda: "L'hai visto mai?".

Francesca Avena